La nostra Storia

padre Angelo celebra la Messa sulla costa del villaggio di Iranawila

Questa storia con alcune riflessioni personali, è raccontata dal presidente Ottavio Antenucci che con padre Angelo Papa, a gennaio del 2002 si è recato per la prima volta in Sri Lanka.

L’Associazione è stata costituita a marzo del 2002 e nel 2004 ha ottenuto l’iscrizione al Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato della Regione Abruzzo.

Fino al 2009 l’attività dell’associazione è stata rivolta fondamentalmente all’aiuto delle persone bisognose dello SRI LANKA con le Adozioni a Distanza di bambini poveri e la realizzazione di Progetti a favore degli strati più poveri della popolazione specie nelle zone in cui imperversava la guerra civile (1982-2009).

Vita e Solidarietà in Sri Lanka

Vita e Solidarietà è nata per opera di don Angelo Papa missionario in Sri Lanka negli anni ‘50.

“Quando con lui nel 2001 abbiamo deciso di recarci in Sri Lanka per concretizzare quel progetto che già da mesi provvedeva ad aiutare economicamente con le Adozioni a Distanza i primi bambini poveri, i nostri pensieri erano di trepidazione e di grande attesa.

Nello stesso tempo ci rendevamo conto che l’avvenimento, sicuramente straordinario, ci avrebbe stravolta la vita.

Anche se nella mia mente erano presenti diverse esperienze fatte in precedenza come quelle nel terremoto del 1976 in Friuli e nell’ex Iugoslavia devastata dalla guerra fratricida del dopo Tito”.

Sin dall’inizio nelle nostre visite annuali in Sri Lanka abbiamo voluto incontrare la gente povera e bisognosa d’aiuto nei dintorni della missione di Lansigama delle suore Figlie di Nostra Signora del Sacro cuore.

Il primo progetto realizzato dall’Associazione in Sri Lanka (2002-2004) ha interessato proprio la missione di St. Joseph in Lansigama dove le suore accudiscono oltre 150 anziani bisognosi.

In particolare il progetto “Per un mattone in più” ha visto la realizzazione della cucina completa di accessori capace di soddisfare le esigenze di tutte le persone della missione (circa 200) e il rifacimento dell’impianto elettrico.

Successivamente l’Associazione ha realizzato 4 asili capaci di ospitare complessivamente oltre 800 bambini, 5 pozzi per l’approvvigionamento dell’acqua, una scuola di taglio e cucito e un doposcuola.

Negli anni successivi il nostro orizzonte si è allargato.

Avevamo spesso sentito parlare dei territori del nord dello Sri Lanka, dove nessuno poteva andare perché imperversava la guerra civile, la ferocia dei guerriglieri dell’LTTE, le famosi Tigri Tamil.

Ci siamo subito resi conto che era necessario arrivare anche lì perché principalmente in quei luoghi era più importante il nostro aiuto.

Un amico salesiano del posto ci aveva parlato dei problemi del nord, di gente dimenticata e ignorata da tutti, gente nella miseria più assoluta che viveva di stenti; questa situazione si era aggravata ancor di più dopo l’arrivo dello Tsunami del 2005. “Prima la guerra, poi guerra e tsunami”, ci ripeteva padre Dixon il frate Salesiano.

Nelle nostre prime visite nel Nord dello Sri Lanka, tra innumerevoli check-point e rari orfanotrofi, abbiamo potuto constatare e toccare con mano che nella povertà, nella miseria la carità è fondamentale e il colore della pelle nessuno lo nota.

La guerra civile che ha imperversato nel paese per oltre 30 anni, è nata dall’indifferenza dei governanti cingalesi rispetto alle esigenze della minoranza Tamil. La logica conseguenza è stata la guerra.

Come dice papa Francesco: “Quando le popolazioni vedono negati i propri diritti elementari quali il cibo, l’acqua e principalmente la loro stessa sopravvivenza, esse sono tentate di procurarseli con la forza”…

La guerra è stata dichiarata “FINITA” nel 2009, finita con la distruzione del territorio (bombardamenti dei villaggi Tamil). Oggi tante famiglie reclamano ancora figli e parenti spariti nel nulla.

 

Il primo progetto realizzato nel 2006, ai confini dei territori Tamil, “Rambewa, un motivo in più per sperare” ha visto il rifacimento della Missione delle suore Francescane Minime nel villaggio di Rambewa e successivamente la costruzione di un asilo in grado di ospitare 100 bambini della zona, in prevalenza buddisti.

Allo stesso tempo nella penisola di Mannar, nel cuore dei territori Tamil, abbiamo aiutato con le Adozioni a Distanza oltre trenta ragazze dell’Orfanotrofio del villaggio di Pesalai.

Successivamente, dopo la fine della fine della guerra civile, nel vicino villaggio di Toddhawely, abbiamo realizzato il nostro terzo pozzo per la costruenda nuova Missione delle suore Francescane Minime.

La guerra civile aveva provocato tanti lutti e tanti orfani. E’ così l’incontro con padre Ramesh, missionario O.M.I. ha dato vita al progetto “Help to study programme” che attraverso le Adozioni a Distanza, permette a molti ragazzi Tamil di acquisire un Diploma e ad alcuni di frequentare anche l’Università di Jaffna.

L’ultimo pozzo realizzato nel 2016 è stato quello della lontana Missione di Badulla nel centro sud dell’isola dove le suore assistono una ventina di persone anziane.

vedi anche progetti Sri Lanka 2002-2012

 

Vita e Solidarietà nella Repubblica Democratica del Congo

Nel 2009 le suore “Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore”, avendo aperto una nuova missione a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, hanno richiesto l’aiuto della nostra Associazione “Vita e Solidarietà” a favore della popolazione povera del posto.

Oggi l’Africa conta circa 1 Miliardo di abitanti; le stime indicano che nel 2030, e cioè a breve tempo, saranno 1 Miliardo e 600 milioni.

Oltre il 43% della popolazione africana attuale ha meno di 14 anni e oltre il 45% vive sotto la soglia di povertà, nel 1990 era oltre il 60%.

La soglia di povertà stabilita dall’ONU è al di sotto di un reddito di 1,25$ al giorno!

In Congo un litro di nafta per trazione costa 1,33$ e un chilo di “baghette”, “il pane comune” costa oltre 300 franchi congolesi (oltre 30 centesimi di dollaro).

La grande instabilità politica del Congo e le lotte tribali di confini per il controllo delle risorse (notevoli giacimenti di diamanti, pietre preziose e minerali preziosi) provocano disordini, guerre, sofferenze e grande povertà nella inerme popolazione.

A novembre del 2009, due soci dell’associazione si sono recati per la prima volta in Congo per progettare gli interventi del caso.

“Il Laboratorio della Speranza”, cioè una scuola di Taglio e Cucito, o come lo chiamano laggiù “L’Atelier ”, è stato il primo progetto realizzato nella missione di Righini a Kinshasa.

Nel Laboratorio vengono confezionati abiti e divise per religiosi e civili.

Inoltre, ogni anno il Laboratorio dà la possibilità alle donne del posto di frequentare un corso di Taglio e Cucito per imparare un mestiere.

Alla fine del corso, alle due ragazze più brave, vengono donate due macchine da cucire.

Intanto avevamo constatato che il Diritto alla salute in Congo è completamente ignorato; solo chi ha i soldi può curarsi e gli altri sono costretti a sperare nella buona sorte.

Nel 2012 a Mpasa, un quartiere molto povero della periferia di Kinshasa, l’Associazione ha realizzato un Dispensario completo di un reparto maternità, un Laboratorio di Analisi Cliniche, un ambulatorio medico per visite e piccoli interventi con una piccola farmacia e una sala degenza.

Il Dispensario assicura alle donne povere di Mpasa, un posto decente dove partorire in sicurezza.

La zona dove si trova il Dispensario è molto povera e l’azione delle suore e del personale medico è di grande utilità e sollievo per la popolazione locale.

Nel Dispensario di Mpasa lavorano un primario, due medici generici, due tecnici di laboratorio, una ostetrica e cinque infermiere, tutti congolesi. Prestano servizio nel Dispensario anche alcune suore della missione, infermiere specializzate in Malattie Tropicali.

Il costo annuale del personale medico e inservienti vale circa 18.000 euro. L’Associazione contribuisce per circa il 70% (12.000 euro).

Questo contributo è necessario per assicurare il funzionamento del Dispensario perché la maggior parte dei pazienti non è in grado di pagare le prestazioni.

Tra il 2014 e 2015 la Conferenza Episcopale Italiana, CEI, dopo aver constatato l’utilità del Dispensario per la gente povera del posto, su richiesta delle suore, ha finanziato la costruzione di due nuovi padiglioni da adibire a Pediatria e Geriatria.

Finalmente a marzo 2019 il nuovo Reparto di Pediatria, con 22 posti letto, è stato inaugurato.

Realizzata tra non poche difficoltà, la Pediatria è al servizio dei tanti bambini del quartiere circostante che hanno così la possibilità di essere curati in una struttura adeguata.

Al fine di rendere il Dispensario economicamente indipendente in modo da offrire un migliore servizio alla gente povera del misero quartiere di Mpasa, l’Associazione sta attuando un nuovo grande progetto agricolo:

“Là où grandit une plante il n’y a pas de faim”

(Dove cresce una pianta non cresce la fame)

A giugno 2015, nel territorio di Mbankana, l’Associazione Vita e Solidarietà ha ottenuto una concessione per 25 anni per la coltivazione di 50 ettari di terreno. In Congo le terre sono di proprietà pubblica e la loro coltivazione è soggetta a concessione governativa per il tramite dello “Chef de terre” del posto (una specie di capo villaggio).

MBankana è un villaggio a circa 150 km dalla capitale Kinshasa, situato su un altopiano a circa 600 m s.l.m. poco al di sotto dell’Equatore in un’ansa del fiume Nero, affluente del grande fiume Congo.

MBankana è facilmente raggiungibile da Kinshasa per mezzo di una comoda strada.

Nella zona il clima è tipicamente tropicale con una temperatura media annua di 24,5° ed una piovosità di 1.500 mm annui che cadono maggiormente in estate. Marzo è il mese più caldo mentre da giugno ad agosto il clima è più freddo e più secco.

La coltivazione da noi avviata si trova pochi chilometri fuori MBankana, è tutta pianeggiante ed è costituita da un unico appezzamento di terreno.

A fine del 2017 le procedure per la definitiva approvazione della concessione sono state concluse e Vita e Solidarietà, come stabilito, ha donato l’azienda alla congregazione delle suore Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore di Kinshasa.

Sul terreno è stata costruita una casetta di circa 60 mq che ospita i custodi del campo con le loro famiglie.

La coltivazione principale è quella della manioca.

Essendo la stessa una coltivazione biennale, viene attuata ad anni alterni su alcuni ettari di terreno.

Sono inoltre coltivati mais, patate dolci e qualche ortaggio.

A giugno 2019 in occasione della mia ultima visita annuale in Congo, abbiamo contattato un agronomo del posto e stabilito un programma pluriennale di coltivazione del terreno:

in particolare 10 ettari a manioca e 1 ettaro a patate dolci.

L’interramento delle talee di manioca e la semina delle patate dolci sono iniziate ad ottobre.

La produzione ottenuta finora, che ha interessato alcuni ettari, è riuscita a soddisfare il fabbisogno delle due comunità di suore di Righini e Mpasa e degli addetti al campo e le loro famiglie.

Durante la nostra visita di maggio 2017 e 2018 sono state realizzate altre opere al servizio dell’azienda.

Abbiamo finanziato la realizzazione di una vasca in muratura e piastrellata, da utilizzare per la “cura” dei tuberi di manioca (ammollo in acqua per almeno tre giorni).

Abbiamo acquistato e interrato due cisterne da 25 quintali per accumulare l’acqua prelevata dal vicino fiume.

Abbiamo anche realizzato un piccolo allevamento di una ventina di caprette costruendo un recinto e l’ovile.

Forniranno parte della carne essenziale alle due comunità di suore.

Attualmente la difficoltà principale per la coltivazione del terreno è l’approvvigionamento idrico per l’irrigazione del campo. La pioggia sufficiente nei mesi piovosi, non assicura acqua nei mesi di magra (giugno-agosto).

In questo periodo una delle due jeep della missione, più volte alla settimana, è costretta a fare diversi viaggi con bidoni da 10-12 quintali, dal campo al fiume distante circa 4 km.

In primo momento si è pensato alla realizzazione di un invaso dove raccogliere l’acqua piovana da tenere a scorta per i mesi di magra.

Contemporaneamente si è anche pensato alla realizzazione di un pozzo artesiano da cui estrarre l’acqua, ma l’assenza di rete elettrica nella zona dove sorge il terreno, inizialmente ci costringerebbe all’utilizzo di una buona pompa manuale la cui manutenzione periodica è molto complessa.

Entrambe le soluzioni sono difficili da attuare e troppo costose.

A questo punto abbiamo pensato, come soluzione immediata del problema, di acquistare un trattore con un carretto o rimorchio.

Il trattore sarà quindi utilizzato per il trasporto dei bidoni dell’acqua dal vicino fiume al campo. Allo stesso tempo, il trattore attrezzato con frese varie, permetterà di effettuare alcune fasi di lavorazione per la coltivazione del campo e servirà anche per il trasporto dei tuberi di manioca dal punto di raccolta alla casetta e alle vasche per la cura dei tuberi stessi.

Per la bonifica del terreno e la preparazione dello stesso alle coltivazioni, attualmente è necessario servirsi, a pagamento, di trattori attrezzati del posto.

Invece per le fasi manuali di interramento delle talee e la raccolta dei tuberi di manioca vengono presi a giornate alcune decine di braccianti del vicini villaggi.

Ad aprile 2019, in collaborazione con la Congregazione delle suore missionarie Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, Vita e Solidarietà ha realizzato un pozzo artesiano per l’approvvigionamento dell’acqua necessaria alla missione di Righini e alla gente del quartiere.

L’acqua viene estratta ad una profondità di 82 metri tramite una pompa elettrica. Molto spesso è necessario avviare il gruppo elettrogeno della missione per alimentare la pompa perché la corrente elettrica manca.

Ogni martedì e venerdì il pozzo della missione di Righini disseta gratuitamente centinaia di persone del quartiere che sin dalle prime luci dell’alba, con i loro bidoni gialli una volta contenenti olio di palma, fanno la fila per attingere l’acqua.

È da maggio del 2018 che il quartiere, oltre alla fame pativa la sete.

Spesso nel quartiere passano le guardie e i soldati del governo che si permettono di dire alle suore che il servizio della missione è a favore della popolazione povera…e quindi nessuno deve pagare…

Si è proprio così…tutte le missioni e missionari sono al servizio della povera gente… chi comanda ha altro a cui pensare…

Tutte le attività dell’Associazione in Sri Lanka e in Congo, sono state realizzate attingendo direttamente alle risorse umane locali. Nell’associazione non ci sono dipendenti diretti, il tutto è gestito da 24 soci volontari, ciascuno per le proprie competenze.